L'archivio dichiarato di "interesse storico particolarmente importante"

TG Teletutto del 20/11/13 

Il 4 Luglio 2012, con Decreto numero 15/2012,  il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha dichiarato l’archivio di Bruno Boni “di interesse storico particolarmente importante”.

L’archivio si compone di documenti prodotti o acquisiti da Bruno Boni nell’esercizio delle sue cariche di sindaco di Brescia (1948 – 1975), presidente dell’Ente Universitario Lombardia Orientale, della Provincia di Brescia (1975 – 1985), della Camera di Commercio di Brescia (1985 – 1992) e vicepresidente della Società autostrade Brescia – Padova dal 1993 al 1998.

La Sopraintendenza Archivistica per la Lombardia ha motivato, in particolare: “che l’Archivio personale di Bruno Boni, costituito da minute e copie di lettere scritte da Bruno Boni, accompagnate da registri di protocollo e di rubriche dei corrispondenti, copie di verbali dei consigli comunali e provinciali di Brescia e di altri documenti pubblici, fotografie e rassegne stampa, ossia da un insieme di carte prodotte, acquisite ed ordinate dall’uomo politico Boni nell’esercizio delle sue cariche, all’interno di enti pubblici, per quanto in modo informale, reale sedimentazione della trama dei rapporti politici, culturali, confidenziali che accompagnarono la sua attività riveste interesse storico particolarmente importante…  

“... Le lettere toccano materie di rilievo nello sviluppo della regione o nella politica nazionale, ma molte riguardano anche gli interessi culturali di Bruno Boni, raccomandazioni all’indirizzo di imprese, con riferimenti a situazioni individuali. Pertanto le lettere forniscono informazioni complementari e non sempre desumibili dalle deliberazioni o dai provvedimenti ufficiali, possono dar conto dei presupposti diretti o indiretti dell’opera delle amministrazioni, consentono una visione dettagliata e profondo dell’agire politico, nell’ampiezza degli interessi culturali e nel calore dei rapporti personali di Bruno Boni come testimoniato dai figli Roberto Franca ed Enrico, attuali proprietari dell’archivio, che il padre Bruno considerasse i carteggi in esame la testimonianza più completa del proprio operato.”